Lo sbiancamento
dentale è
una procedura odontoiatrica che permette di migliorare il colore dei
denti, rendendoli più bianchi.
A questo primo tipo di sbiancamento, cosiddetto “cosmetico”, si affiancano altri tipi di sbiancamenti utili per risolvere discromie dentali, anche severe, dovute a patologie sistemiche (per esempio la fluorosi,
disordini ematici, etc) oppure agli esiti di terapie con alcuni tipi di antibiotici (ad esempio, le tetracicline).
I prodotti che vengono utilizzati a tal fine contengono principalmente perossido di idrogeno e perossido di carbammide, impiegati in varie concentrazioni a seconda della tecnica che si intende utilizzare e delle esigenze del paziente.
Lo sbiancamento funziona grazie alla liberazione di ossigeno da parte del perossido di idrogeno o di carbammide nel momento in cui viene posto a contatto con i denti. Queste molecole di ossigeno vanno a disgregare le molecole dei pigmenti responsabili della discromia, e dunque rendendole non più visibili.
Lo sbiancamento dentale agisce solo sui denti naturali, non agisce su corone protesiche, otturazioni o qualsiasi altro materiale da restauro presente nel cavo orale. Dopo il trattamento sbiancante, eventuali corone protesiche od otturazioni potranno essere maggiormente visibili in quanto non più adeguate al nuovo colore raggiunto dai denti naturali. In tal caso potranno essere sostituite con altre dello stesso colore dei denti sbiancati.
A questo primo tipo di sbiancamento, cosiddetto “cosmetico”, si affiancano altri tipi di sbiancamenti utili per risolvere discromie dentali, anche severe, dovute a patologie sistemiche (per esempio la fluorosi,
disordini ematici, etc) oppure agli esiti di terapie con alcuni tipi di antibiotici (ad esempio, le tetracicline).
I prodotti che vengono utilizzati a tal fine contengono principalmente perossido di idrogeno e perossido di carbammide, impiegati in varie concentrazioni a seconda della tecnica che si intende utilizzare e delle esigenze del paziente.
Lo sbiancamento funziona grazie alla liberazione di ossigeno da parte del perossido di idrogeno o di carbammide nel momento in cui viene posto a contatto con i denti. Queste molecole di ossigeno vanno a disgregare le molecole dei pigmenti responsabili della discromia, e dunque rendendole non più visibili.
Lo sbiancamento dentale agisce solo sui denti naturali, non agisce su corone protesiche, otturazioni o qualsiasi altro materiale da restauro presente nel cavo orale. Dopo il trattamento sbiancante, eventuali corone protesiche od otturazioni potranno essere maggiormente visibili in quanto non più adeguate al nuovo colore raggiunto dai denti naturali. In tal caso potranno essere sostituite con altre dello stesso colore dei denti sbiancati.
Con
lo sbiancamento effettuato in ambulatorio, direttamente dal dentista
o dall' igienista
dentale,
si possono sbiancare sia i denti vitali che i denti devitalizzati. La tecnica che si esegue in ambulatorio prevede l’applicazione
sui denti di perossido di idrogeno ad alta concentrazione (circa 40%)
per circa 15 minuti, da ripetere 2 o 3 volte a distanza di una
settimana.
Questa tecnica può essere associata all’uso di lampade o laser che vanno a coadiuvare l’azione del gel.
Questa tecnica può essere associata all’uso di lampade o laser che vanno a coadiuvare l’azione del gel.
Può
verificarsi a volte una temporanea infiammazione delle gengive dovuta
al contatto con l’agente sbiancante (ustione chimica), la
sensazione che si può provare è simile al bruciore e le zone
interessate possono anche apparire biancastre.
La cosa non deve
assolutamente preoccupare, si risolverà spontaneamente in poche ore.
Lo
sbiancamento dentale
professionale attualmente è una pratica sicura per i pazienti, che
non altera o rovina lo smalto dei denti ed inoltre permette una
predicibilità di risultato molto elevata. Perché avvenga tutto ciò
ovviamente è necessaria una visita accurata da parte del dentista e
l’uso di prodotti certificati. Nonostante ciò, i possibili effetti
collaterali che si possono presentare sono ipersensibilità dentinale e lievi ustioni chimiche delle gengive.
L’effetto
collaterale più comune è l’ipersensibilità dei denti soprattutto
agli stimoli termici freddi. Tale sensibilità, che può essere più
o meno lieve, è assolutamente reversibile nel giro di poche ore
oppure, in pochissimi casi, nel giro di qualche giorno.
Un altro comune effetto è quello di percepire sui denti delle "scossette", estremamente brevi. Un blando analgesico è d'aiuto in questi casi qualora non si voglia sopportare tale piccolo inconveniente, normale e che si risolve entro mezza giornata circa.
La sensibilità dovuta allo sbiancamento dentale può essere attenuata con l’applicazione topica di fluoro o di nitrato di potassio (i principi attivi dei desensibilizzanti che possono essere forniti dal dentista), utilizzando dentifrici desensibilizzanti ed evitando di assumere:
Un altro comune effetto è quello di percepire sui denti delle "scossette", estremamente brevi. Un blando analgesico è d'aiuto in questi casi qualora non si voglia sopportare tale piccolo inconveniente, normale e che si risolve entro mezza giornata circa.
La sensibilità dovuta allo sbiancamento dentale può essere attenuata con l’applicazione topica di fluoro o di nitrato di potassio (i principi attivi dei desensibilizzanti che possono essere forniti dal dentista), utilizzando dentifrici desensibilizzanti ed evitando di assumere:
-
cibi troppo caldi o troppo freddi;
-
cibi o bevande ipertoniche (per esempio bibite molto zuccherate);
-
cibi o bevande eccessivamente acidi (bibite gasate, succhi di
frutta, yogurt ecc).
RACCOMANDAZIONI:
Durante
il trattamento sarebbe opportuno evitare l’assunzione di cibi e
bevande pigmentanti:
- tè,
caffè ecc;
- fumo
(sigarette, pipa), tabacco da masticare;
-
bevande e bibite colorate come coca- cola, vino, cocktail ecc;
- salse
e sughi;
-
verdure come carciofi, carote, pomodori ecc;
- frutta
come fragole, frutti di bosco, marmellate ecc;
-
caramelle colorate, liquirizia;
-
collutori.